domenica 19 marzo 2017

La Cripta [Fra]

Un giovane esploratore arriva ai piedi della scalinata di una cripta in rovina. Tirando fuori un taccuino pieno di scritte dal proprio zaino, ne sfoglia qualche pagina e paragona gli schizzi con l’entrata della struttura, che sembrano coincidere.
Scendendo le scale l’ambiente si fa sempre più angusto e meno illuminato, costringendolo ad accendere una torcia per vedere dove cammina.
Il posto ha diversi corridoi ricoperti di incisioni, che il ragazzo continua man mano a paragonare coi disegni sul proprio quaderno.  E’ dopo qualche altro muro che ne trova uno in particolare, raffigurante una figura dalle sembianze caprine, venerato da sagome umane.
Il ragazzo sfoglia nuovamente il taccuino, finché non finisce sulla pagina contente la creatura più nel dettaglio, sottoforma di statua, con una foto a fianco usata quasi come segnalibro.
In tale foto appare il protagonista da ragazzo, una decina di anni prima, con accanto la madre, anch’essa vestita da esploratrice e scomparsa tempo prima durante una spedizione. Il ragazzo prende in mano la foto e la fissa qualche istante con aria nostalgica. Poi se la mette con cura in un taschino e procede l’esplorazione.

Poco dopo, varcando un’arcata, si ritrova in una stanza completamente diversa dalle altre: stranamente più illuminata, molto più amplia e con un piccolo altare al centro, sollevato dal suolo da una scalinata.
Sul pavimento, specie attorno all’altarino, sono presenti diverse ossa e teschi, che il ragazzo nota meglio dopo una seconda occhiata, ritraendosi intimorito.
Dopo un attimo di timore, rialzando lo sguardo sull’altare nota la statuetta dell’idolo caprino, uguale a com’era rappresentata sul quaderno poco prima. Lo sguardo del protagonista si fa quasi assente, e comincia ad attraversare la stanza senza neanche notare le varie ossa che calpesta, tenendo gli occhi solo sulla statua.
Arrivatoci davanti la prende tra le mani, osservandola rapito.
Sentendosi uno sguardo penetrante addosso si gira, e vede sua madre ai piedi della scalinata, che lo fissa amorevolmente e e gli fa segno di scendere.
Il ragazzo si precipita di sotto quasi correndo, buttandosi al collo della madre che non vedeva da tanto tempo. Concluso l’abbraccio dopo qualche istante,  i due si fissano con affetto negli occhi, e il ragazzo le accarezza il viso.
Una, due, più volte. E più le accarezza le guance, più il viso della madre sembra farsi scuro e animalesco, fino ad assumere le sembianze di una capra.
La scena cambia, inquadrando il ragazzo ancora in cima all’altare, intendo a strofinare con la mano la statuetta dell’idolo, a cui brillano gli occhi. Lo sguardo del ragazzo è del tutto assente e la camera si allontana, inquadrando gli scheletri a terra, a cui il ragazzo andrà probabilmente ad unirsi.

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